Parco Minerario Floristella Grottacalda
Il Parco Minerario fu istituito nel 1991 e si estende su un’area di 400 ettari. L’istituzione ha avuto lo scopo di salvare la memoria storica legata alle miniere di zolfo e ai suoi minatori, e di innervare, attraverso il recupero delle gallerie, dei pozzi, dei castelletti, delle discenderie praticabili, dei calcheroni e dei forni “Gill”, una rete di turismo ed un’attività culturale e didattica tali da promuovere nuovo sviluppo e nuova occupazione nella sfera dei beni etnici e antropologici del territorio.
Nell’area del Parco domina il Palazzo Pennisi (che fu residenza estiva della famiglia nobiliare omonima).
I complessi minerari di Floristella e di Grottacalda sono stati tra i più grandi giacimenti solfiferi siciliani. L’attività estrattiva iniziò verso la fine del 700, ma il primo documento che attesta il “permesso di apertura” della miniera Floristella è datato 1824.
Lo zolfo, “l’oro giallo dei poveri”, era di una tale purezza da avere determinato uno standard praticamente insuperabile e veniva considerato della migliore qualità disponibile sul mercato. Esso veniva impiegato per la fabbricazione degli zolfanelli, della polvere pirica e successivamente nell’industria chimica a supporto dell’industria pesante ed infine nell’agricoltura e nella farmaceutica.
L’estrazione dello zolfo era faticosissima ed affidata anche ai “carusi”, bambini di età inferiore ai 15 anni, che provvedevano al trasporto del minerale calandosi attraverso le “calature” (gallerie semiverticali di strette dimensioni) nelle viscere della terra, con il continuo pericolo di incendi legato alla proprietà estremamente infiammabile del minerale.
Il Parco oltre che al grande interesse storico e antropologico presenta anche quello naturalistico, che va valutato nel contesto di un paesaggio antropizzato.