Piazza Armerina è un comune italiano di 22.196 abitanti. Fino al 1927 era capoluogo di un esteso circondario e sede di sottoprefettura, quando non era ancora stata istituita la provincia di Enna, alla quale fu inglobata.
È un'antica città d'impianto medievale con un pregevole centro storico barocco e normanno. Sul suo territorio si trova la Villa romana del Casale con i suoi famosi mosaici, dal 1997 Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Città d'arte, già definita Urbs Opulentissima (la Città Ricchissima), con forte richiamo turistico per il suo importante patrimonio archeologico, storico, artistico e naturale, nota come la "Città dei Mosaici e del Palio dei Normanni".
La Villa Romana del Casale è un edificio abitativo tardo antico, popolarmente definito villa nonostante non abbia i caratteri della villa romana extraurbana quanto piuttosto del palazzo urbano nobiliare o imperiale, i cui resti sono situati a circa quattro chilometri dal centro abitato.
Per la realizzazione degli splendidi mosaici della villa lavorarono maestranze africane (e forse anche romane, come testimoniano alcuni motivi di derivazione sicuramente urbana) ricoprendo un'estensione di circa 3500 m².
Tra i resti della villa si individuano quattro nuclei separati, posti sul declivio collinare e in leggera ascensione, ciascuno di diverso orientamento assiale, ma strettamente connessi tra loro:
- Ingresso monumentale a tre arcate con cortile a ferro di cavallo (ambienti 1-2);
- Corpo centrale della villa, organizzato intorno ad una corte a peristilio quadrangolare, dotata di giardino con vasca mistilinea al centro (ambienti 8-39);
- Grande trichora preceduta da un peristilio ovoidale circondato a sua volta da un altro gruppo di vani (ambienti 47-55)
- Complesso termale, con accesso dall'angolo nord-occidentale del peristilio quadrangolare (ambienti 40-46).
Molte delle sale della residenza presentano il pavimento con mosaici figurati in tessere colorate. Le differenze stilistiche fra i mosaici dei diversi nuclei sono molto evidenti. Questo, tuttavia, non indica necessariamente un'esecuzione in tempi diversi, ma probabilmente maestranze differenti, che utilizzarono vari “album di modelli”.
A pochi chilometri a nord-ovest del centro urbano di Piazza Armerina, troviamo anche il sito archeologico di Montagna di Marzo, in una vallata prospiciente al torrente Olivo.
La montagna, circondata da un'alta corona di colline, offre una notevole visione panoramica: a est il Cozzo Rametta, a sud il Monte Manganello, a ovest il Monte Polino, a nord il Monte Ramursura e le contrade Serra d'Api e Balatella, tutti luoghi di interesse archeologico.
Sulla sommità di Montagna di Marzo, su un pianoro di circa 15 ettari, era edificata un' antica città identificata in epoca recente con Erbesso.
Gli studiosi pensavano che si trattasse di un centro indigeno poi ellenizzato, ma nel 1998 con un finanziamento, si aprì uno scavo, condotto dal prof. Sandro Amata, che permise di cambiare la storia di Montagna di Marzo.
Lungo un tratto del muro di cinta che circonda tutta la città, allargando lo scavo, si mise in evidenza un muro semircolare con blocchi squadrati regolari indicatori di un edificio di una certa importanza, a cui corrispondeva al di là del muro di cinta che lo aveva tagliato in due, il resto della costruzione.
Si trattava dei resti delle fondazioni di un teatro di epoca romana. Con questo scavo si riscrisse la storia di Montagna di Marzo. Al villaggio arcaico ed alla città greca era seguita una importante e ricca città romana. La scoperta del teatro romano fu il primo passo per la riscoperta di un impianto urbano romano. Dopo la seconda guerra punica, i romani raso al suolo l’intero abitato, (in quella occasione anche Morgantina punica fu distrutta ed Enna punita con la strage dei suoi cittadini), ricostruirono una città romana, con il teatro, il foro, altri edifici pubblici, e case di chiaro impianto romano.
IL TEAM DI XTREME